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Tempo

In questo luogo di reclusione il tempo non passa. Il tempo scandito dai ferrei orari della comunità (sveglia, colazione, pranzo, siesta, cena) è grumoso, oleoso, plastico, difficile a fluire. Costituito da lunghe attese. E' una massa informe e grigia, sempre uguale a se stessa; è facile confondere fra loro due giorni diversi; questi sono quasi tutti simili fra loro, colorati dell'identico, omogeneo e pastoso grigio fumo.

Solitudine.

E' un anno e due mesi che sono recluso, all'ergastolo bianco, in una comunità forense. Non so quando potrò uscire da questa condizione di reclusione. L'incertezza è sfibrante, ma... In una delle prime lettere che ho inviato dal carcere, scrivevo ad una amica che volevo prendere a spunto la reclusione nel carcere come metafora della "vita libera". In effetti, non c'è soluzione di continuità tra il più duro dei regimi carcerari e la libertà che gode il cittadino comune.

Canicola

Nelle notti della scorsa settimana un poco d'acqua s'è riversata a scrosci, e frettolosa, al suolo. Acqua che per un poco di giorni porta frescura alla Terra arsa dal secco. La caleidoscopica giostra di nubi rabbiose, apportatrici dei radi temporali notturni, è durata poco: subitaneo, il cielo ritorna azzurro turchese, stabile e cristallino, a memento dell'istante sbigottito. Già oggi, dopo una manicata di ore di ristoro, l'aria irritante e corrosiva s'ingolfa a fatica nella gola, per penetrare fino ai bronchi e negli alveoli, apportando tosse, sibili e rantolo.

Lettara per una amica.

E' pomeriggio. L'aria sporca, calda e umida, torrida, grava sulle nostre mucose e sui nostri polmoni e come un consunto fluido abrasivo. Ci avvolge un velo di sudore matido che non ci lascia traspirare la pelle, quasi fosse olio tiepido o sostanza plastica. I panni s'attaccano alla pelle, appicicaticcia e acre, odorosa di farmaco, e il respiro tende al rantolo più che al liberatorio atto apportatore di fresca energia vitale. Gli arti tremano come foglie, o sciami di insetti colpiti da gas nervini. Su di noi transita veloce un cielo oceanico plumbeo e livido, violaceo e tempestoso.

Socialmente Pernicioso.

Le proiezioni dei dati satellitari sono chiare: entro il 2050 più dei 2/3 del pianeta sarà quasi desertificato. La catastrofe prevista, e non solo umana, è immane. Inimmaginabile. E' l'Armageddon degli ultimi tempi. Il cielo non è muto, lo comunica da anni, da decenni, da tre secoli, a chi lo osserva. Se tre secoli fa il clima inizia a mutare, lo fa lentamente. La velocità del cambiamento aumenta, si fa via via più frenetica e vorticosa, fino a giungere al parossismo sfrenato dei nostri tempi, tanto agghiacciante e veloce da mozzare il fiato.

Nuovi e vecchi manicomi.

In pochi mesi di comunità, mi sono appiattito a vivere come i miei compagni di detenzione: dormire 14 ore al giorno, e il rimanente del tempo aspettare con lo sguardo vuoto e le mani in mano. Dev'essere lo stile di conduzione di questa comunità che ci spinge tutti nella stessa direzione, verso lo stesso stato d'animo, annichilito. Anche la deprivazione di vita sociale da il suo contributo al nostro appiattimento emotivo e mentale verso il nulla. Siamo fantasmi di uomini e di donne che popolano un "non luogo", un "non spazio" vivendo un "non tempo".

Solitudine, lacci e follia: il volto pulito del nuovo manicomio.

Da quando mi hanno arrestato, dieci mesi fa, ciò che sperimento con maggior profondità, è l'abisso della solitudine. Buona parte di quelli che credevo amici, si sono rilevati meri conoscenti e si sono rapidamente allontanati da me. I pochi buoni amici che mi rimangono, li sento comunque poco di frequente, in modo del tutto inadeguato ai miei profondissimi bisogni di socialità. Il cerchio dei parenti, da tempo, mi tiene ai suoi margini, m'esclude. Come la pelle grassa di benessere repelle la fresca rugiada del mattino, così la vergogna dei parenti, mi tiene lontano.

Ergastolo bianco, una seconda soggettiva.

Sono recluso in una comunità forense per folli rei da 6 mesi. Non so quando potrò uscire da questa detenzione. Questo dipende essenzialmente dal giudice: potrò uscire da qui a suo insindacabile giudizio, quando mi revocherà la pericolosità sociale. Vivere una condizione di limitazione della libertà personale che virtualmente può durare tutto quanto mi rimane da vivere, è qualcosa che mi turba nel profondo. Esistono numerose associazioni che si battono contro la misura detentiva dell'ergastolo, giudicata una condanna disumana.

Ergastolo bianco.

Scoppia il caldo, con largo anticipo. L'umidità atmosferica, in un caleidoscopico turbinio di nubi, è svanita senza lasciare traccia per ghiacci, campi, piante, laghi, e fiumi. Sorvegliato da una gran parata di nubi vorticose e beffarde, stilettanti contro gli Dei, il Piemonte avanza inesorabile lungo la curva di declino del vivente, voluto dalla Grande Marcia del Capitale. Tutto il pianeta avvizzisce, e noi con lui. Gli uomini pensano al superfluo, essenziale e vitale sono dimenticati. Tutto ciò che alimenta la vita, svanisce.

Cantare come un usignolo.

Ho quasi sempre avuto una vita molto attiva. Nei periodi di intensa attività, sono giunto a lavorare anche 18 ore al giorno. Più volte ho passato diversi giorni senza dormire, per lavorare. Ho lavorato per contadini, locali notturni, senatori, militari, comune, regione, Università, CNR, circoli politici, professori depressi e demotivati, comitati di cittadini indignati e nullatenenti, partiti politici. In vita mia ho davvero lavorato molto.

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