Gli psicofarmaci triplicano il rischio di morte prematura al netto di altre cause confondenti. E' il risultato di un'ampia ricerca britannica.

tormentato dalle pstiglie

Scott Weich, professore di psychiatry (1), Hannah Louise Pearce, prescrittrice e analista disanità pubblica (2), Peter Croft, professore di cure primarie ed epidemiologia (3), Swaran Singh, professore di comunità sociale e psichiatria (1), Ilana Crome, professore di psichiatria delle dipendenze (4), James Bashford, docente in ricerca della cure primarie (2), Martin Frisher, docente in ricerca sui servizi sanitari (2). Effetto delle prescrizioni di farmaci ansiolitici e ipnotici sui rischi di mortalità: studio retrospettivo di coorte. Giornale Britannico di Medicina,2014;348:g1996 doi: 10.1136/bmj.g1996 (Published 19 March 2014). Affiliazione degli autori: (1) Divisione di Salute Mentale e Benessere, Warwick Medical School, Università di Warwick, Coventry, West Midlands CV4 7AL, Regno Unito; (2) Scuola di Farmacia, Keele University, Keele, Staffordshire, Regno Unito; (3) Istituto di Cure Primarie e di Scienze della Salute, Università di Keele, Keele, Staffordshire, Regno Unito; (4) Unità di Psichiatria Accademica, Ospedale San Giorgio, South Staffordshire e Shropshire Healthcare NHS Foundation Trust, Stafford, Staffordshire, Regno Unito.

Riassunto.
Obiettivo. Verificare l'ipotesi che persone che assumono ansiolitici e farmaci ipnotici sono soggette ad un aumento del rischio di mortalità prematura, utilizzando i dati delle prescrizioni di cure primarie, dopo l'aggiustamento per eliminare una vasta gamma di potenziali confondenti .

Progettazione. Studio di coorte retrospettivo .

Impostazione. 273 pratiche di assistenza primaria della Gran Bretagna che contribuiscono a formare i dati dell'Archivio Generale delle Ricerche sulla Pratica Medica.

Partecipanti. 34727 pazienti di età di 16 o più anni a cui tra il 1998 e il 2001 è stata prescritto per la prima volta un farmaco ansiolitico, ipnotico, o entrambi, e 69418 pazienti che non hanno avuto la prescrizione di tali farmaci (gruppo di controllo).
bilanciati per l'età, il sesso , e la pratica clinica. I pazienti sono stati seguiti per una media di 7,6 anni (gamma del follow-up 0,1-13,4 anni).

Principale risultato. Mortalità per tutte le cause come accertate dai registri di pratica medica.

Risultati. Comorbilità e prescrizione di farmaci non considerati in questo studio sono risultati significativamente più frequenti tra chi riceve prescrizione di ansiolitici e/o antipsicotici rispetto al gruppo di controllo. Il rischio di morte, aggiustato per età
espresso come rapporto di mortalità durante l'intero periodo di follow - up per l'uso di qualsiasi degli psicofarmaci studiato è risultato di 3,46 (3,34-3,59 per il 95 % intervallo di confidenza) e 3,32 ( 3,19-3,45 ) una volta tenuti conto altri fattori potenzialmente confondenti. Una associazioni tra dose- mortalità è stata trovata per tutti e tre le classi di farmaci studiati (benzodiazepine, farmaci "Z" ( zaleplon, zolpidem,e zopiclone ), e altri farmaci . Dopo aver escluso i decessi nel primo anno ,
sono risultati circa quattro morti in eccesso legati al consumo di psicofarmaci ogni 100 persone seguite per una media di 7,6 anni dopo la loro prima prescrizione .

Conclusioni. In questa ampia coorte di pazienti che frequentano centri di cure primarie del Regno Unito, i farmaci ansiolitici e gli ipnotici sono stati associati con un significativo aumento del rischio di mortalità su un periodo di sette anni , anche dopo l'aggiustamento per tutta una serie di potenziali fattori confondenti. Come con tutti i risultati osservativi, tuttavia, questi risultati possono essere soggetti a difetto per fattori confondenti residuali o non considerati.

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Scott Weich professor of psychiatry1, Hannah Louise Pearce prescribing and public health analyst2, Peter Croft professor of primary care epidemiology (3), Swaran Singh professor of social and community psychiatry (1), Ilana Crome professor of addiction psychiatry (4), James Bashford lecturer in primary care research (2), Martin Frisher reader in health services research (2). Effect of anxiolytic and hypnotic drug prescriptions on mortality hazards: retrospective cohort study. British Medical Journal, 2014;348:g1996 doi: 10.1136/bmj.g1996 (Published 19 March 2014).
(1) Division of Mental Health and Wellbeing, Warwick Medical School, University of Warwick, Coventry, West Midlands CV4 7AL, UK; (2) School of Pharmacy, Keele University, Keele, Staffordshire, UK; (3) Institute of Primary Care and Health Sciences, Keele University, Keele, Staffordshire, UK; (4) Academic Psychiatry Unit, St George’s Hospital, South Staffordshire and Shropshire Healthcare NHS Foundation Trust, Stafford, Staffordshire, UK.

Abstract
Objective. To test the hypothesis that people taking anxiolytic and hypnotic drugs are at increased risk of premature mortality, using primary care prescription records and after adjusting for a wide range of potential confounders.
Design. Retrospective cohort study.

Setting. 273 UK primary care practices contributing data to the General Practice Research Database.

Participants. 34727 patients aged 16 years and older first prescribed anxiolytic or hypnotic drugs, or both, between 1998 and 2001, and 69418 patients with no prescriptions for such drugs (controls) matched by age, sex, and practice. Patients were followed-up for a mean of 7.6 years (range 0.1-13.4 years).

Main outcome. All cause mortality ascertained from practice records.

Results. Physical and psychiatric comorbidities and prescribing of non-study drugs were significantly more prevalent among those prescribed study drugs than among controls. The age adjusted hazard ratio for mortality during the whole follow-up period for use of any study drug in the first year after recruitment was 3.46 (95% confidence interval 3.34 to 3.59) and 3.32 (3.19 to 3.45) after adjusting for other potential confounders. Dose-response associations were found for all three
classes of study drugs (benzodiazepines, Z drugs (zaleplon, zolpidem, and zopiclone), and other drugs). After excluding deaths in the first year, there were approximately four excess deaths linked to drug use per 100 people followed for an average of 7.6 years after their first prescription.

Conclusions. In this large cohort of patients attending UK primary care, anxiolytic and hypnotic drugs were associated with significantly increased risk of mortality over a seven year period, after adjusting for a range of potential confounders. As with all observational findings, however, these results are prone to bias arising from unmeasured and residual confounding.