Disturbi dell'umore: manca una evidenza scientifica dell'efficacia del trattamento farmacologico. Lo rivela uno studio neozelandese.

La danza dei matti

Mulder R.T. (1), Frampton CM. La guarigione dai disturbi dell'umore prima della psicofarmacologia: una revisione sistematica. Rivista di Psichiatria Australiana e Neozelandese, Marzo 2014, 48 (3): 224-36. doi: 10,1177 / 0004867413514490. Epub 2013 27 Nov. (1) Dipartimento di Medicina Psicologica, Università di Otago, Christchurch, Nuova Zealanda. Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed

OBIETTIVI. Questo articolo esamina sistematicamente tutti gli studi sulla guarigione di pazienti con disturbi dell'umore trattati prima del diffondersi dell'uso di antidepressivi, stabilizzatori dell'umore e tranquillanti maggiori. L'obiettivo di questa ricerca è quello di stimare i tassi di guarigione, il manenersi nel tempo di uno stato di benessere e di fornire alcune prove scientifiche circa l'efficacia dei moderni trattamenti farmacologici sulla prognosi a lungo termine dei disturbi dell'umore.

METODI. Per trovare gli studi sui disturbi dell'umore pubblicati prima del 1970 sono state eseguite ricerche su MEDLINE e PsychInfo . La maggior parte degli studi sono stati ottenuti da una ricerca a mano ed estesa ai riferimenti incrociati. Le informazioni sono state estratte da due autori in modo indipendente l'uno dall'altro.

RISULTATI. Sono stati ottenuti un totale di 29 articoli rilevanti. Gli studi interessano in totale oltre 14.000 pazienti. I pazienti considerati erano principalmente pazienti ricoverati, con una predominanza di femmine. La maggior parte dei pazienti soffriva di depressione. Le coorti sono state seguitei per 1-30 anni. Il tasso medio di guarigione è stato del 69% (intervallo 17-91%). Il tempo necessario al raggiungimento della guarigione è stato generalmente di diversi mesi. Il tasso medio di guarigione stabile è stato del 51% (intervallo 21-67%).

CONCLUSIONI. Il tasso medio di guarigione è inferiore alle coorti moderne e il tempo di recupero più lungo. Tuttavia, il tasso di guarigione permenente appare più elevato rispetto a coorti moderni, anche se questo risultato potrebbe riflettere problemi metodologici. I risultati di questa ricerca non forniscono alcun sostegno alla convinzione che i trattamenti farmacologici hanno portato ad un miglioramento della prognosi a lungo termine dei pazienti con disturbi dell'umore.

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Mulder RT(1), Frampton CM., Outcome of mood disorders before psychopharmacology: a systematic review. Australian and New Zeland Journal of Psychiatry. 2014 Mar;48(3):224-36. doi: 10.1177/0004867413514490. Epub 2013 Nov 27. (1) Department of Psychological Medicine, University of Otago, Christchurch, New Zealand.

ABSTRACT.
OBJECTIVES. This paper systematically reviews all outcome studies of patients with mood disorders treated prior to the widespread use of antidepressants, mood stabilizers, and major tranquillizers. The aim is to estimate recovery and sustained recovery rates and to provide some evidence about the efficacy of modern drug treatments in changing the long-term outcome of mood disorders.

METHODS. MEDLINE and PSYCHINFO searches for studies on mood disorders published prior to 1970 were performed. Most studies were obtained by hand searching and extensive cross referencing. Information was independently extracted by the two authors.

RESULTS. A total of 29 relevant articles were obtained. The studies reviewed over 14,000 patients in total. Patients were mainly inpatients with a predominance of females. The majority of patients suffered from depression. The cohorts were followed up for 1-30 years. The median rate of recovery was 69% (range 17-91%). The time to recovery was generally several months. The median rate of recovering and remaining well was 51% (range 21-67%).

CONCLUSIONS. The median rate of recovery is less than modern cohorts and the time to recovery longer. However, the rate of recovering and remaining well appears high compared to modern cohorts, although this result may reflect methodological issues. This review provides no support to the belief that pharmacological treatments have resulted in an improvement in the long-term outcome of patients with mood disorders.