Musica ed empatia

Un musicista può suonare da solo oppure può suonare in una formazione. Da quando è nata la musica di derivazione afroamericana, quindi jazz, blues e rock, si è data molta importanza ad un sentire tra musicisti, ad esempio capire come accompagnare un solista, percepire in maniera quasi telepatica la scansione del batteristica come se il fatto che lui impercettibilmente anticipi o ritardi il "beat" e che questo fatto sia sentito dalla formazione; altro fenomeno di empatia che qualsiasi gruppo rock esperisce è il capire dove va a finire il cantante quando piazza un basso o un acuto assolutamente non preventivato.

In realtà in questo articolo voglio parlare di una cosa, dell'arte dell'improvvisazione che, come chiunque suoni sa, non è suonare a caso; nel provare tra quattro o cinque persone decine di volte lo stesso pezzo si inizia a capire le cadenze, i giri di accordi che ciascuno dei musicisti applica in quel pezzo e che ne fanno qualcosa che potremmo chiamare una versione unica e irripetibile.

Quello che può interessare a livello psicologico è questo: ciascun musicista ha un suo stile, una sua pronuncia, per così dire una personalità musicale che si intreccia con lo stile degli altri musicisti in quello che è appunto un "sentire" gli altri in maniera quasi magica.

Questi fenomeni giustificano l'impiego del termine tedesco "ainfurhlung", appunto "empatia" in tedesco nel senso di sentirsi in fusione.

Quello che è certo è questo: una formazione jaz o rock è più dell'insieme delle sue componenti e appunto perchè è la fusione tra suonatori che si sentono tra di loro, ciascuno conservando una forte personalità stilistica, una formazione in cui ciascuno sa emergere e ciascuno sa accompagnare gli altri.

Secondo me non c'è nessun bisogno di parlare di "telepatia" e "pensiero rubato"; semplicemente gli umani si "sentono" come quando fanno all'amore, suonano, praticano sport di squadra e molti altri casi.

Non c'è nessuna contraddizione tra sviluppo di una forte personalità musicale e avere un grande "feeling" con il proprio gruppo.

Emanuele Grassi