Stroncato da un tso, quattro condanne per la morte di Andrea Soldi

Andrea Soldi, fotoritratto

Stroncato da un tso, quattro condanne per la morte di Andrea Soldi. L’uomo, 45 anni, malato di schizofrenia paranoide, morì il 5 agosto 2015. Pubblicato il 30/05/2018, di Claudio Laugeri. Fonte: http://www.lastampa.it.

Torino. Un anno e otto mesi ai tre vigili urbani e allo psichiatra. Si è concluso così il processo per l’omicidio colposo di Andrea Soldi, 45 anni, malato di schizofrenia paranoide, morto in seguito al tentativo di tso (trattamento sanitario obbligatorio), il pomeriggio del 5 agosto 2015. Imputati erano lo psichiatra Pier Carlo Della Porta, con i tre vigili Enri Botturi, Stefano Del Monaco e Manuel Vair. Per loro, il pm Lisa Bergamasco aveva chiesto 18 mesi di carcere.

Il risarcimento
Il Tribunale di Torino ha stabilito anche un risarcimento del danno che dovrà essere definito in sede civile, ma ha disposto una provvisionale immediatamente esecutiva di 220.000 euro al padre Renato Soldi e di 75.000 euro alla sorella Maria Cristina Soldi. I quattro imputati erano presenti in aula al momento della sentenza. «Meno male che c’è stata una condanna. L’arroganza di questi vigili andava punita», ha detto Renato Soldi dopo la sentenza con cui il Tribunale ha condannato il medico e i tre vigili. E la sorella Maria Cristina Soldi: «Mio fratello era malato, ma intelligente. Ha sofferto troppo».

La difesa del medico
Per l’avvocato Anna Ronfani, difensore del medico Pier Carlo Della Porta,«Al giudice va il nostro apprezzamento per come ha condotto questo difficile dibattimento. È una sentenza che rispettiamo. Ma questa è una sentenza di primo grado e, come tale, deve essere considerata solo un passaggio. Nei gradi successivi del processo dimostreremo che il nostro assistito non ha alcuna responsabilità». «Il dottor Della Porta ha manifestato nel corso del processo la sua infinita tristezza. Soldi era un paziente che seguiva da tempo con profonda dedizione».

Gli avvocati dei vigili
«Faremo ricorso in appello. E siamo certi che la valutazione degli atti processuali porterà alla soluzione dei nostri assistiti». Così l’avvocato Stefano Castrale, difensore dei tre agenti della polizia municipale di Torino condannati oggi dal tribunale.