Cantare come un usignolo.

Ho quasi sempre avuto una vita molto attiva. Nei periodi di intensa attività, sono giunto a lavorare anche 18 ore al giorno. Più volte ho passato diversi giorni senza dormire, per lavorare. Ho lavorato per contadini, locali notturni, senatori, militari, comune, regione, Università, CNR, circoli politici, professori depressi e demotivati, comitati di cittadini indignati e nullatenenti, partiti politici. In vita mia ho davvero lavorato molto.

Quando quest'anno mi hanno per l'ennesima volta arrestato, hanno battuto la notizia all'ANSA. Del mio caso hanno parlato tutti i media nazionali: "Insegnante di 57 anni cerca di rapire bambina di 9 mesi". "Era seguito dai servizi per problemi psichici", hanno giustamente specificato. Prima di introdurmi nel carcere, mi ne hanno fatto fare il giro del quartiere più volte, a sirene spiegate, accendendole e spegnendole, felici come gatti che hanno acchiappato il topo. Un quartiere che conoscevo molto bene, una volta. Il mostro è servito, in prima pagina su tutte le reti televisive.

Se avevo una vita, non l'ho più. Dopo una vita di lavoro e dedizione al mio e altrui senso del dovere, non una telefonata o un augurio di buona festa del lavoro:

Nulla mi appartiene, più. Non più la mia libertà, il mio corpo, o l'autodeterminazione, ma nemmeno il lavoro o il diritto a lavorare: d'ora in poi, il lavoro chi me lo conferirà? Nessuno!!!.