Impazzire si può. Secondo il nuovo DSM, un essere umano su due sviluppa una malattia mentale nell'arco della propria vita.

Salute: esperti, 1 persona su 2 avra' disturbo mentale durante vita
Pubblicata in rete il 23/11/2011 18:47, fonte: http://www.itnews.it

Roma, 23 nov. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Alterazioni dell'umore, isteria, improvvisa depressione, alterazione della personalita'. Sono alcuni dei disturbi mentali "che colpiscono 1 persona su 2 nell'arco della vita - afferma all'Adnkronos Salute Emilio Sacchetti, ordinario di psichiatria all'universita' degli studi di Brescia - problemi che possono essere lievi e provvisori, ma spesso finiscono per esplodere in tutta la loro gravita'".

'Psicoterapia, psicofarmacoterapia, trattamenti integrati' e' il titolo del convegno che vede, da oggi e per tre giorni, a Roma esperti italiani e internazionali fare il punto sulle nuove frontiere della psichiatria. Un evento organizzato dall'Accademia di scienze psichiatriche. "Un tempo si pensava che i disturbi psichici esplodessero dopo i vent'anni - avverte Alberto Siracusano, docente di psichiatria universita' 'Tor Vergata' di Roma - oggi iniziano anche nell'età evolutiva. Si presentano in modo diverso. E si manifestano nella prima adolescenza anche con difficoltà comportamentali e a scuola, disturbi alimentari e abuso di sostanze. Fenomeni in aumento tra i giovani".

La specializzazione in psichiatria non conosce crisi se, come sottolineano gli esperti, "la disciplina è nella 'seria A' delle discipline post laurea, irrinunciabile nell'attuale panorama formativo universitario italiano. Ecco - avvertono - che i 150 giovani che escono ogni anno dalle scuole trovano lavorano. Da noi la disoccupazione e' sconosciuta".

Quali sono oggi le armi migliori nelle mani dello specialista per affrontare i disturbi psichiatrici? "Ci sono una serie di interventi integrati - risponde Sacchetti - che si traducono nell'approccio alla malattia non più optando solo per i farmaci, per le psicoterapie in studio o per interventi di risocializzazione".

"Oggi - suggerisce ancora Sacchetti - il medico deve imprimere una scelta più complessa, quasi personalizzata al paziente. Quindi meglio l'intervento integrato che mette insieme più possibilità. Terapia farmacologica, psicoterapia e tentativi di ritornare ad una socializzazione di gruppo dove necessario. Un bel passo in avanti - conclude - rispetto a quello che accadeva dieci anni fa quando c'erano due fronti antagonisti: l'approccio farmacologico e quello psicoterapeutico".