In America raddoppia l'abuso di antipsicotici sui i minori meno abbienti

La somministrazone degli psicofaraci è maggiore per i meno abbienti. Nella figura, la mappa della somministrazione dei diversi psicofarmaci negli USA.

Aumenta l’uso di antipsicotici non supportato da evidenze sui minori. Una significativa percentuale di ragazzi di età inferiore ai 18 anni che rientra nella fascia di popolazione che beneficia di Medicaid (programma di assicurazione sanitaria USA per i meno abbienti, ndr) in almeno uno Stato, ha ricevuto un antipsicotico di seconda generazione per curare condizioni patologiche per le quali non esistono evidenze pubblicate che ne sostengano l’utilizzo come terapia.

Psychiatr Serv. Febbraio 2010.
Authors and Disclosures: Pam G. Harrison - giornalista per Medscape
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Fonte: http://www.informasalus.it

Il dottor Prathamesh Pathak, della BPharm, attualmente nella sezione Farmacoeconomia e analisi dei risultati dei trial della IMS Health, Falls Church, in Virginia, e i suoi colleghi hanno verificato che tra il 2001 e il 2005 è raddoppiato il numero di ragazzi di età inferiore ai 18 anni inclusi nel database di uno stato Medicaid e curati con un nuovo antipsicotico di seconda generazione. Si è scoperto, inoltre, che il 41,3% dei nuovi pazienti non presentava diagnosi le cui terapie fossero supportate da studi pubblicati. La più alta percentuale di assunzione non basata su evidenze cliniche riguardava l’aripiprazole, al 77,1%. "Queste scoperte rendono ancor più evidente che la farmacoterapia con antipsicotici di seconda generazione a cui sono sottoposti i ragazzi è aumentata a dismisura nei primi anni di questo secolo", affermano gli autori dello studio. Tuttavia, aggiungono che “sono necessari ulteriori studi per determinare se questa tendenza sia presente anche in anche altre popolazioni pediatriche, in particolare tra minori non arruolati in un programma Medicaid".

Ai fini dell’analisi, gli autori dello studio hanno esaminato retroattivamente le richieste Medicaid tra il gennaio del 2000 e il dicembre del 2006 riguardanti ragazzi minori di 18 anni che hanno ricevuto un antipsicotico di seconda generazione. Il campione finale includeva 11.700 ragazzi. "La misura di interesse primaria è la percentuale [di ragazzi] per i quali l’uso degli antipsicotici era basato su evidenze cliniche”, scrivono i ricercatori. Si definiva uso basato su evidenze cliniche l’uso per qualsiasi diagnosi di un antipsicotico che fosse supportato da risultati di trial clinici pubblicati prima della fine del 2005. Le analisi hanno mostrato che il risperidone veniva somministrato come terapia iniziale nel 51,2% dei ragazzi. "La sostanza meno utilizzata nella terapia iniziale era il ziprasidone (2,5%)," affermano gli autori dello studio. È interessante sottolineare come lo studio abbia evidenziato che il 5% del campione abbia ricevuto più di un antipsicotico di seconda generazione.

Lo studio ha individuato che le condizioni patologiche più comuni per le quali veniva somministrato un antipsicotico di seconda generazione erano il disturbo da deficit di attenzione ed iperattività (ADHD), seguito da depressione, disturbi del comportamento, disturbo oppositivo provocatorio e disturbi dell’adattamento (...)

Tabella Evidenze per l’uso di antipsicotici di seconda generazione come terapia per disturbi di vario tipo in pazienti arruolati in Medicaid

Secondo lo studio, l’aumento nell’uso dell’aripiprazole in questo particolare gruppo di soggetti in età pediatrica è di "particolare interesse." Dalla sua introduzione nel 2002, il numero dei nuovi consumatori di azipiprazole in età pediatrica è aumentato del 338% tra il 2003 e il 2004 e del 368% tra il 2003 e il 2005 (...) "Chiaramente”, affermano i ricercatori, “tra i ragazzi trattati con antipsicotici di seconda generazione era frequente osservare problemi comportamentali, inclusi disturbi del comportamento e sintomi di iperattività e ipercinesia”. Gli autori sottolineano che "se il principale impiego di questi farmaci off-label è rivolto a ragazzi con problemi comportamentali, ovviamente diventa impellente la necessità di mettere a confronto la sicurezza e l’efficacia di questi farmaci con altri approcci terapeutici che siano in grado di modificare i comportamenti dei minori. "