"Il filosofo dopo Freud? E' un medico per le idee"

Ritratto del filosofo Umberto Galimberti

«Il filosofo dopo Freud? È un medico per le idee»
Di Umberto Galimberti, 01/03/2012
Il filosofo Umberto Galimberti, oggi alle 21 all’auditorium della Gran Guardia per gli incontri Idem
Fonte: http://www.larena.it

A settant'anni dalla morte di Freud cosa sopravvive della sua teoria? Il padre della psicoanalisi ha avuto il merito di aver sottratto il disagio psichico alla semplice lettura biologica e di averlo collocato sul piano culturale. Questa collocazione ha portato Freud ad intuire che il disagio psichico si modifica di epoca in epoca, per cui compito della psicoanalisi, più che attorcigliarsi nelle diverse denominazioni delle nevrosi, è quello di individuare le modificazioni culturali che caratterizzano le diverse epoche, che tanta ripercussione hanno sulla modalità di ammalarsi “nervosamente”. Umberto Galimberti parte dalle origini per fare una riflessione più ampia sulla psicoanalisi, sulla sua funzione contemporanea e sul suo rapporto con la filosofia, temi al centro dell'incontro di questa sera promosso e organizzato da Idem alla Gran Guardia (ore 21, ingresso gratuito) dove Galimberti parlerà delle implicazioni filosofiche della riflessione di Freud.

Che momento è per la psicoanalisi?
La psicoanalisi è ancora viva perché oggi è necessario difendersi da due scenari un po' pericolosi che si stanno delineando. Il primo è la farmacologia dilagante. Oggi le persone preferiscono risolvere i sintomi velocemente con gli psicofarmaci che vengono usati in modo spropositato se è vero che il 50 per cento della popolazione italiana ne fa uso. Il farmaco elimina un sintomo che poi sbuca da un'altra parte sotto un'altra forma. La psicoanalisi propone invece la strategia più opportuna per stare meglio. Il secondo scenario da cui occorre in qualche modo difendersi è il cognitivismo e il comportamentismo, le due terapie che dall'America stanno prendendo piede anche in Italia. Utilissime per certe patologie, come l'anoressia per esempio, ma po' troppo precettistiche: ti dicono cioè quello che devi fare senza proporre un'analisi del disagio a partire dalla propria condizione psicologica.

Cosa direbbe Freud se vivesse oggi?
Direbbe che oggi l'io è particolarmente cementato ed esigente nel senso che ciascuno di noi è diventato un funzionario di apparati tecnici, sia che lavori in banca sia in una catena di montaggio. Deve usare il linguaggio e avere gli obiettivi dell'apparato, per cui noi siamo diventati tutti quanti, come dice Heidegger im-piegati, cioè piegati alle esigenze dell'apparato. Freud, già nel Disagio della civiltà, si chiede se a volte le esigenze della nostra organizzazione socioeconomica non siano eccessive rispetto all'espressione di sé, e in generale della vita umana che non è immediatamente coincidente con le esigenze degli apparati tecnici.

In che rapporto sono filosofia e psicoanalisi?
In un rapporto molto stretto, la psicoanalisi è nata nell'ambito della filosofia. Il primo a dire che in noi ci sono due soggettività, la specie e l'io, che in Freud diventano il conscio e l'inconscio, è stato Schopenhauer, il vero inventore della psicoanalisi. La differenza tra Freud e Schopenhauer sta nel fatto che il secondo non poteva dimostrare le sue tesi attraverso materiali clinici. Questo giustifica il fatto che le idee del filosofo non hanno accolto nessuna obiezione, quelle del clinico, sostanzialmente uguali, hanno suscitato un pandemonio, un inferno, una serie di rifiuti dell'atteggiamento psicanalitico. Perché quando si entra in campo medico si muovono interessi che non si muovono solitamente per i filosofi.

Come si colloca la consulenza filosofica rispetto alla psicoanalisi?
La consulenza filosofica si rivolge a persone il cui problema non è tanto l'ordine pulsionale ed emozionale, di cui si occupa invece la psicoanalisi, ma il proprio disordine mentale. Molto spesso noi abbiamo delle idee pigre, delle idee che non problematizziamo, delle idee che assumiamo come dei dettami ipnotici, talvolta li chiamiamo principi. Il mondo cambia e se io mi muovo nella vita con delle idee molto arretrate rispetto all'andamento del sociale, è chiaro che nasce una sorta di disagio per incapacità di comprendere e muovermi all'altezza della fisionomia del mondo che va cambiando. La consulenza filosofica è una sorta di cura delle idee e i consulenti filosofici stanno iniziando a lavorare in strutture quali ospedali, carceri, scuole e imprese oltre a proporre la consulenza personale. Ma per affermarsi ci vorranno una ventina d'anni, tanti quanti ne sono stati necessari a Freud per far passare la psicoanalisi.
Silvia Bernardi