Processo Soldi, parla il medico psichiatra: "Fu caricato prono sull’ambulanza, mai vista prima una cosa simile"

Andra Soldi

Processo Soldi, parla il medico psichiatra: "Fu caricato prono sull’ambulanza, mai vista prima una cosa simile". Fonte: Torino Oggi http://www.torinoggi.it

Udienza chiave al processo per la morte di Andrea Soldi, il 45enne deceduto a Torino il 5 agosto 2015, in seguito a un tso. Pier Carlo Della Porta, il medico psichiatra imputato per omicidio colposo insieme a tre vigili urbani, ha risposto alle domande del pm Lisa Bergamasco e a quelle degli avvocati, ricostruendo la propria versione dei fatti, fino alla morte del paziente avvenuta al pronto soccorso dell’ospedale Maria Vittoria.

“Nell’ultimo periodo Andrea era più nervoso”
“Nell’ultimo periodo Andrea aveva mostrato qualche segno di nervosismo - dice Della Porta - si recava al bar e sbatteva i pugni sul bancone pretendendo una consumazione gratuita. Il 3 agosto parlai con il padre di Andrea e gli dissi che se il figlio avesse accettato il ricovero, avremmo potuto provare un nuovo farmaco, con minori effetti collaterali”. Quel giorno in piazza Umbria Andrea era seduto sulla panchina. Mi parve fin da subito nervoso, provai a parlargli, ma rispondeva in modo molto arrabbiato. Avevo l’impressione che da un momento all’altro potesse alzarsi e reagire”.

“Preso da dietro, lo vidi ammanettato e prono per terra”
“Gli ultimi due interventi si erano risolti in modo soddisfacente - spiega Della Porta - e in entrambi i casi erano c'erano i vigili. Volevo che anche stavolta andasse tutto bene, dissi agli agenti che poteva esserci un tso. Con me c’era anche Andrea Campassi (l’infermiere dell’Asl ndr). Con lui Andrea solitamente era più tranquillo, ma stavolta era diverso. Allora decisi di presentargli i vigili, dissi che erano li per lui. Si arrabbiò moltissimo, cominciò a dire cose deliranti, alcune frasi in piemontese”. Pochi minuti dopo, gli agenti bloccano Soldi. “Non ho dato il via all’azione di polizia, esula dalle mie competenze, aspettavo che fossero i vigili a prendere l’iniziativa”. Della Porta ricorda bene la posizione di Soldi quando gli agenti cercarono di immobilizzarlo. “Un agente si mise dietro la panchina e avvolse il braccio attorno al torace di Andrea. Gli altri due erano ai lati, gli tenevano le braccia. Fu allora che dissi a Campassi di preparare un’iniezione di tranquillante. Alzai la maglietta di Andrea ma lui con un movimento improvviso spostò la siringa piegando l’ago. Dissi all’infermiere di preparare una nuova iniezione, ma quando mi voltai Andrea era già per terra, a pancia in giù, con le manette dietro la schiena. Respirava affannosamente, sembrava si fosse tranquillizzato. Allora dissi a Campassi di non preparare più nulla”.

“Mai visto caricare nessuno in quel modo sull’ambulanza”
“Comunicai agli ambulanzieri di caricare il paziente sull’ambulanza e portarlo al pronto soccorso, distante soltanto 1500 metri. La testa di Andrea era girata verso destra. Fu messo nella barella prono, non dissi nulla sulla posizione, ma davo per scontato che una volta a bordo del mezzo l’avrebbero girato. Non ho mai visto nessun paziente essere caricato in quel modo”. Della Porta chiama di nuovo Campassi, chiedendogli di prendere i parametri. In realtà l’unico valore che l’infermiere riesce a misurare è la pressione, peraltro soltanto quella massima. “Avevamo un valore di 110 - spiega il medico - e non mi preoccupò. La minima, invece, fu impossibile misurarla perché le manette davano fastidio. Andrea aveva gli occhi socchiusi, respirava, mi parve un po’ pallido”.

L’arrivo al pronto soccorso e la morte di Andrea
“Quando arrivai al pronto soccorso del Maria Vittoria, l’ambulanza non c’era ancora. Poi sentì qualcuno che parlava di un arresto cardiaco, vidi l’ambulanziere e capì che si trattava di Andrea. Era supino, i medici cercavano di rianimarlo. Mi allontanai un attimo per chiamare il padre, poco dopo Andrea purtroppo era deceduto”.

“Una ferita dolorosa che non guarisce”

"Questo episodio è una ferita dolorosa che purtroppo non guarisce”. Così Della Porta rispondendo al legale Anna Ronfani, che lo difende. Poco prima, l’imputato aveva spiegato all’avvocato della famiglia Soldi: "Ho partecipato a centinaia di tso e in molti casi vi è stato l'intervento delle forze dell'ordine. Prima del 2010 a intervenire erano soprattutto polizia di Stato e carabinieri, entrambi in divisa. Solo poche volte si è arrivato al contatto fisico”.

Presidio davanti al palagiustizia
Mentre all’interno dell’aula 3 del palagiustizia è in corso il processo Soldi, all’esterno dell’edificio qualche decina di persone, vicine ai centri sociali torinesi, ha organizzato un presidio per protestare contro “pratiche quotidianamente perpetrate dalla psichiatria". Nel volantino distribuito dai manifestanti si legge: “Nel caso di Andrea ci sono tanti testimoni, occhi e orecchie di persone che hanno assistito a cio' che mai avrebbero potuto immaginare, visto che la repressione psichiatrica avviene nella solitudine degli utenti, nel silenzio delle loro famiglie, all'interno di reparti chiusi e di luoghi isolati".