"Sregolati". Mostra sui dipinti quotati dei "matti".

dipinto di case affastellate in una stretta pila puntellata

MOSTRA. A Parma una rassegna dedicata ad Art Brut e dintorni. Outsider sempre più quotati, dopo Dubuffet e Zinelli In Italia si moltiplicano gli atelier e il mercato rivaluta gli irregolari: sarà «roba da matti», ma piace DELL'ARTE. Di Maria Teresa Ferrari , sabato 10/03/2012. Fonte: http://www.larena.it.

«Se il matto è un degenerato allora dovrebbe produrre soltanto cose degenerate, ma se invece crea cose belle?» Così lo psichiatra Vittorino Andreoli, nel suo libro I miei matti, scrive di Carlo Zinelli, ricoverato come schizofrenico al manicomio di Verona, dove dipingeva nell'atelier di pittura creato per i pazienti. Oggi le sue opere sono esposte in musei europei e americani: una caposcuola dell'arte irregolare, quella fatta da autori marginali, emarginati, naif, visionari. È negli anni Cinquanta di Carlo Zinelli che le opere degli irregolari escono dagli ospedali psichiatrici per essere acquisite da artisti e collezionisti. La consacrazione del genere era avvenuta nel 1948 con Dubuffet (al quale Andreoli presentò lo stesso Zinelli) e la fondazione della Compagnie de l'Art Brut. In America dal 1993 si tiene a New York l'Outsider Art Fair, la cui ultima edizione si è conclusa lo scorso gennaio. IN ITALIA la prima mostra mercato che ha presentato opere di arte irregolare si è tenuta a Milano nel 2003 da Finarte Semenzato, dove nell'asta conclusiva sono state battute quasi tutte le opere, con un notevole rialzo rispetto alla base di partenza. Un successo non ancora paragonabile all'appuntamento di Christie's, in cui è stato venduto l'80% delle opere provenienti dalla collezione di Robert M. Greenberg, con un incasso pari a 1.146.603 dollari, riconoscendo a questo genere d'arte un regolare valore di mercato. Proprio nell'intento di allargare l'orizzonte ai mercati più creativi, Artisti in mostra, rassegna alla sua seconda edizione che si chiude a Parma domani, guarda con attenzione a questi artisti, riconosciuti da critica, collezionisti e operatori, ma non ancora inseriti a pieno titolo nel sistema dell'arte. In Italia, l'arte outsider fatica a smarcarsi dal preconcetto che si tratti di arte di serie b, «roba da matti», con un inevitabile valore di mercato inferiore. Anche per questo è ancora forte la discrepanza tra il mercato europeo che accredita l'Outsider Art nel circuito dell'arte contemporanea, inserendola nelle fiere d'arte contemporanea a pieno titolo, e il mercato italiano, che vede gli artisti promossi per lo più tramite gli atelier, che spesso fanno riferimento a distretti sanitari, e alcune gallerie specializzate, che faticano a inserirsi nel mercato. Un paradosso, dal momento che in Italia ci sono molti più atelier che nel resto del mondo, e autori come Carlo Zinelli, Giovanni Battista Podestà, Pietro Guizzardi, sono esposti in musei esteri (Losanna, Liegi, Bruxelles) e vantano quotazioni dai 20mila ai 50mile euro. Ad Artisti in mostra, una sezione speciale con concorsi è rivolta così ad autori «outsider» già da tempo ricercati da musei e collezionisti del mercato internazionale, che oggi hanno quotazioni che vanno dai 300 ai 5.000 euro. Artisti che lavorano con importanti atelier, che sono peraltro presenti a Parma: Atelier Manolibera di Carpi (Modena), La Manica Lunga - officina creativa di Cremona, Atelier di pittura Blu Cammello di Livorno, Centro di Attività Espressive La Tinaia di Firenze, Officina Tom di Roma. Sesto invitato, il veronese Atelier Fatato Gengiscao di Marzana. Verona è città che ha una grande tradizione a riguardo. vantando anche un osservatorio di outsider art all'interno dell'accademia di belle arti Gian Bettino Cignaroli. L'ATELIER Fatato Gengiscao, nato nel 2007 all'interno del centro diurno l'Arca di Marzana, che fa parte del Dipartimento di psichiatria, primo servizio psichiatrico dell'Ulss 20 di Verona, è condotto dall'artista Cristina Joechler, con la supervisione critica affidata a Daniela Rosi, curatrice, fra le tante cose, della significativa mostra tenutasi nel 2010 al Palazzo della Ragione di Verona, sulle «Alchimie dell'arte. Dell'irriducibilità dello spirito saturnino». L'atelier è impostato principalmente come uno spazio di libera espressione, un luogo di ricerca aperto a tutti dove poter sviluppare ciascuno il suo particolare e unico linguaggio espressivo. Nel 2008 è nato uno spazio espositivo permanente all'interno della portineria dell'ospedale, che ospita occasionalmente mostre personali e collettive dei diversi autori che frequentano l'atelier, ma che è anche aperto ad altre partecipazioni. A Parma, pertanto, si guarda oltre i confini, prendendo come modello il resto d'Europa e, oltre Oceano, realtà quali la fiera di New York e il Creative Growth Art Center di Okland in California, che ha promosso artisti quali Dan Miller e Judith Scott, con opere entrate nel mercato internazionale dell'arte.
Maria Teresa Ferrari