L'America? Un paese dove il 30% della popolazione è malato di mente. Lo rivela l'APA, l'Associazione Psichiatrica Americana.

Ogni nuova edizione della "bibbia" psichiatrica americana adottata in tutto il mondo (il Diagnostic and Statistic Manual, o DSM) si accompagna ad un progressivo aumento del numero delle malattie mentali riconosciute dalla American Psychiatric Association (APA) e quindi anche del numero dei potenziali pazienti psichiatrici. A oggi, anno 2012, siamo giunti alla IV edizione del DSM, ma entro il dicembre 2012 dovrebbe uscire la nuova versione della bibbia psichiatrica, il DSM-5. Secondo alcune stime i "malati di mente" passeranno dal 30 al 100% della popolazione. C'è da far riflettere tutti.

Nel 2005 è stata pubblicato uno studio epidemiologico sulla salute mentale degli americani che segue i criteri del DSM-IV (http://archpsyc.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=208671). Secondo i risultati di questa ricerca, ben il 30% circa della popolazione americana soffre di un disturbo psichiatrico nei dodici mesi precedenti l'indagine. Per tipologia di diagnosi, il 18% della popolazione americana soffre di disturbi ansiosi, il 9,5% di disordini dell'umore, l'8,9% di impulsi incontrollati, il 3,8% fa abuso di sostanze psicoattive e il 26,2% di un qualsiasi disturbo. Su questa casistica basata sull'arco temporale di 12 mesi, di quanti soffrono di un disturbo psichiatrico il 22,3% dei casi (il 7% della popolazione totale!) è serio, il 37,3% è moderato e il 40,4% è lieve. Il 55% dei casi soffre di una sola diagnosi, il 22% di due diagnosi e il 23% di 3 o più diagnosi. Gli americano sono un popolo di pazzi? Non sono i terroristi di Al Queida a dirlo, ma l'Associazione Psichiatrica Americana.

La ricerca citata, pubblicata su una rivista molto autorevole, (Archives of General Psichiatry) induce a interrogativi dalle implicazioni tanto inquietanti quanto profonde per l'umanità nel suo complesso, non solo per il popolo americano. Vediamone alcuni.

C'è da interrogarsi profondamente sul perchè alla psichiatria contemporanea risulta che il ben 30% della popolazione americana soffre d'una malattia mentale. Forse l'uomo contemporaneo non è adatto a vivere nel mondo capitalistico, supertecnologico, nevrotico e artificiale che s'è creato con il tempo? Se è così, più che patolocigizzare le manifestazioni di follia, risultato di una società sempre più invivibile, allora andrebbe rifondata la società nel suo complesso, per ricondurla a dimensioni umanamente più vivibili ed acccettabili. In questo caso si tratterebbe di eliminare la causa della "malattia" mentale, agire sulle sue radici sociali, politiche ed economiche.

In alternativa a questa ipotesi si può pensare che la malattia mentale sia un artefatto della psichiatria, che così etichetterebbe come "malattia mentale" normali risposte umane agli stress della vita contemporanea. In questo caso, più che curare i "matti" bisognerebbe forse curare gli psichiatri, nel loro delirante progetto di "curare la normalità". Oppure e si avanza qui una terza ipotesi, come dicono alcuni, l'"invenzione" delle malattie mentali da parte dell'APA obbedirebbe essenzialmente al bisogno delle grandi ditte farmaceutiche di vendere le loro droghe psicoattive. Nocive, perchè qui lo ricordiamo ora, i psicofarmaci hanno pesantissimi effetti collaterali sulla salute umana, tanto che i pazienti psichiatrici vivono in media 35 anni in meno della popolazione generale. Non solo, la loro mortalità è in rapido aumento, forse a causa dei nuovi farmaci di seconda generazione, responsabili di una ben nota "sindrome metabolica" che scardina il normale metabolismo del paziente. La proogressiva diffusione dell'uso degli psicofamaci tra la polazione, potrebbe quindi forse diventare presto la prima causa di morte tra la popolazione occidentale.

Una quarta riflessione, inquietante, riguarda le sorti che toccheranno a quella larga parte del 30% della popolazione americana "malata di mente" non ancora assunta in carico presso i servizi psichiatrici (si stima qui corrisponda alla sua quasi totalità, essendo attuamente in cura psichiatrico soltanto il 2-6% della poplazione americana riscontrata essere "malata di mente" dagli studi epidemiologici). Tutti gli americani "malati di mente" ma attualemente non in cura verranno forse tutti presi in carico a forza dai servizi di salute mentale come vorrebbero gli psichiatri dell'APA e come recepito dal Menthal Health Plan Act varato dall'amministrazione Bush? Si tratterebbe di una rivoluzione tecnologica confrontabile forse solo all'invenzione della macchina a vapore: non è facile immaginare una società funzionante dove ben il 30% dei suoi membri fosse permamanentemente in cura psichiatrica, e privato di molti dei sui diritti di cittadinanza, compreso quello di libertà di scelta per la cura (in America l'assunzione di farmaci è obbligatoria per tutti quelli riconosciuti essere affetti da una "malattia" mentale).

Sembra di essere giunti ad un punto di svolta nella storia della psichiatria, ma anche della società occidentale nel suo complesso. Da un lato la tendenza dell'APA e delle grandi case farmaceutiche che vorrebbero prendere in cura la maggior parte della popolazione possibile a ogni nuova edizione del DSM, dall'altra una qualità della vita del paziente psichiatrico che peggiora con il tempo anzichè megliorare, forse anche a causa dei farmaci di nuova concezione. Le tendenze in atto non possono continuare indefinitivamente seguendo le linee di tendenza attuali, questo dovrebbe risultare abbastanza evidente a tutti dai dati qui presentati. Ma come evolveranno in futuro le tendenze in atto, questo lo potrà vedere solo chi vivrà.

Sitografia:
http://www.news-forumsalutementale.it/siamo-tutti-matti-e-malati-ma-per-...
http://www.news-forumsalutementale.it/nel-2013-quasi-tutti-gli-abitanti-...
http://www.news-forumsalutementale.it/qual-e-il-limite-tra-verita-scient...